Venerdì 20 marzo, a Trieste, la comunità islamica ha aderito all’invito in municipio del sindaco della città, Roberto Cosolini, in occasione della visita del viceministro degli Esteri italiano, Lapo Pistelli, accompagnato dal senatore Francesco Russo.
«Si tratta di un incontro storico, di grande valore civico, etico e simbolico, all’insegna di un modello di pacifica convivenza e consolidata integrazione della comunità islamica nel tessuto sociale triestino», ha spiegato Dr. Nader Akkad, ricercatore e consigliere del Centro culturale islamico di Trieste e della Venezia Giulia.
Durante l’appuntamento, il sindaco Cosolini ha ringraziato i concittadini della Comunità islamica per aver aderito all’incontro. Esso ha voluto rappresentare una serena, civile e democratica ostinazione attraverso cui Trieste può dare un messaggio di convivenza, tolleranza e comprensione reciproca. Serena ostinazione per difendere valori come libertà e democrazia, messe in discussione da fenomeni di fanatismo che condanniamo e che confondono modelli di collaudata convivenza, rispetto delle religioni, usi e costumi. Trieste è sempre stata “grande” per la determinazione a mantenere questi alti valori. Tali concetti sono stati supportati anche dal senatore Russo che ha sottolineato l’integrazione positiva che caratterizza la città e che può essere un esempio per tutti.
Ringraziando il sindaco per l’invito, il presidente del Centro culturale islamico, Saleh Igbaria, ha posto l’accento sul modello di convivenza civile in una città in cui ci sentiamo triestini e italiani e dove siamo orgogliosi di vivere. A Trieste abitano circa seimila musulmani e, in regione, se ne contano più di 30mila, appartenenti a 27 nazionalità.
Anche il viceministro Pistelli si è rivolto ai rappresentanti della Comunità. «Pur vivendo un momento difficile – ha detto – occorre trovare occasioni d’incontro e solidarietà tra religioni diverse, perché questi appuntamenti rappresentano la prima risposta. Trieste, come la mia città natale Firenze -dove abbiamo un ottimo rapporto con l’imam e presidente dell’UCOII Izzueddin Elzir- è una realtà aperta, un esempio in un Paese che ha conosciuto l’emigrazione, ma anche l’immigrazione, riscoprendo i valori dell’accoglienza. Sono convinto – ha concluso – che il dialogo continuo fra le religioni sia un grande tesoro e che bisogna lavorare per blindare le diversità del Medioriente, impedendo che le paure prendano il sopravvento. Proprio con la mancanza d’integrazione».
Dr. Nader Akkad
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