Izzeddin Elzir ci parla di Misericordia e Amore a Spoleto

Il Festival Due Mondi di Spoleto invita a riflettere sul tema della Misericordia, aprendo un ciclo di prediche sul tema che ospita punti di vista di diverse religioni e prospettive. Ha aperto Fausto Bertinotti, il 25 giugno, con un susseguirsi di ospiti tra i quali Izzeddin Elzir, Yoseph Levi, rabbino capo della comunità ebraica fiorentina, il cardinale Angelo Comastri e tanti altri.

Izzeddin Elzir nella sua predica ci parla di Misericordia e di Amore, uno spunto interessante che mette in contatto l’intera umanità:

“Con quest’ultimo giubileo straordinario Papa Francesco non ha voluto solo far riflettere la comunità cattolica sul significato della misericordia, ma ha anche cercato di far vibrare le corde delle anime dell’umanità intera. Vorrei prima di tutto sottolineare che quanto i nostri fratelli cristiani vanno dicendo in queste settimane a proposito della misericordia è pienamente condivisibile dato che le radici religiose dei due credi sono identiche. Anzi, ci sentiamo interpellati a rispondere a questo Giubileo perché crediamo negli stessi principi che sono universali per il bene di tutti gli esseri umani.

L’etimologia dei due termini clemenza e misericordia in arabo deriva da una radice comune riconducibile a quella del grembo materno, il luogo dove ognuno di noi è cresciuto protetto e avvolto dall’amore. La misericordia e la clemenza di Dio sono quindi inscindibilmente legate all’Amore che Egli ha nei confronti del Suo creato. Quest’amore è talmente immenso che avvolge la nostra esistenza prima ancora della nostra nascita e ci accompagnerà oltre la nostra morte terrena.

Ad Allàh piace che gli uomini Lo imitino nella vita reale con le loro azioni fra sé e con il creato operando nella fattispecie con misericordia e clemenza. Prendendo Dio come modello e avendo ricevuto la grazia di conoscere i Suoi Sublimi Nomi, il credente dovrebbe avere un cuore clemente e misericordioso, compassionevole e sensibile alla sofferenza sia delle creature umane che non. Solo da un cuore che contiene misericordia (ràhmah) che possono nascere veri sentimenti di filantropia, azioni volte ad aiutare i bisognosi, i poveri e i più deboli divenendo così sorgente di bene, di giustizia e di pace per coloro che lo circondano. Laddove il credente non fosse in grado di aiutare il prossimo fisicamente e materialmente dovrebbe almeno cercare di supplire con l’assistenza spirituale, con la buona parola e con la preghiera. Parafrasando un detto del Profeta (pbsl) si legge: “Abbiate misericordia nei confronti di chi cammina sulla terra, se volete che Chi siede in cielo abbia misericordia nei vostri confronti “. La tradizione islamica è esplicita sul fatto che l’esercizio della misericordia da parte del credente non debba limitarsi ai suoi compagni di fede. La misericordia dell’uomo deve comprendere tutte le creature persino quelle non umane la cui sopravvivenza spesso dipende da lui e alla natura che gli è stata concessa da Dio e di cui deve considerarsi responsabile.”

 

image credit: Arte islamica-Calligrafia islamica,Calligrafia di “Bism il-lah ir-Rahman ir-Rahim” (Nel nome di Dio,Il Compassionevole,Il Misericordioso)a forma di uccello-15