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L’appello di Bauman: sviluppiamo l’arte del dialogo

News & Eventi / Bauman, Dialogo, Educazione, Firenze, paure / October 19, 2016

Siamo andati a incontrare questo incredibile sociologo a Firenze. Con i suoi 92 anni Zigmunt Bauman è stato 50 min in piedi a spiegarci dove nascono le paure della nostra generazione.

Bauman sostiene che le paure siano una costante dell’essere umano, a causa della nostra capacità di dare significato alle cose di immaginare, cambiando però di generazione in generazione.

La sua generazione, quando era giovane aveva paure in stile Orwell e “1984” era il libro simbolo della paura del controllo, della perdita di autonomia e di libertà.

La vera generazione 1984, non ha queste paure, siamo passati dalla paura di essere osservati alla paura di non essere visti. Al giorno d’oggi quindi viviamo in due mondi:

  • OFFLINE
  • ONLINE

Il mondo offline è popolato di estranei, li incontriamo uscendo di casa, sul bus, per strada, ed evitiamo il più possibile di avere contatti con loro, perché lo sconosciuto ci spaventa. Il mondo online ci fa sentire a nostro agio perché ci permette di entrare e uscire dai rapporti come vogliamo, ma ha delle conseguenze: non permette di sviluppare delle competenze specifiche utili a costruire rapporti umani soddisfacenti.

Viviamo una crisi degli strumenti d’azione, subiamo un’importante perdita della fiducia nel potere, nel futuro, negli altri. Siamo spaventati da rischi e pericoli che non sappiamo valutare a causa di una crescente attenzione sull’imprevedibilità: del mercato, dei problemi naturali, delle persone vicine, di case farmaceutiche pericolose, dei grandi poteri che agiscono alle nostre spalle.

Per esempio nel 2015 un milione di siriani si sono spostati da noi, persone che fino a poco prima avevano una carriera, una famiglia e un futuro in Siria e di punto in bianco hanno perso tutto, e noi, guardando queste persone, pensiamo che potrebbe succedere anche a noi.

La sicurezza è un illusione, in realtà potrebbe succedere a noi come a chiunque in ogni momento. Ma questa perdita di fiducia di cui abbiamo parlato aggrava il senso di negatività legato al futuro che ci aspetta.

Questa paura è arrivata cogliendoci impreparati, si può notare una distanza tra il mondo cosmopolita che ci siamo costruiti intorno, nel quale dipendiamo gli uni dagli altri, e il fatto che non abbiamo neanche iniziato a costruire un rapporto con gli altri evitando continuamente di confrontarci direttamente, preferendo i social.

Papa Francesco ad Assisi durante “SETE DI PACE”  ha ricordato l’urgenza di riflettere su tre punti:

  1. La necessità di sviluppare l’arte del dialogo, in particolare imparare a sfidarsi nel parlare con persone diverse da noi, con punti di vista lontani. E’ facile confrontarsi con chi la pensa come noi, invece dovremmo esporci al rischio di scoprire di avere torto.
  2. Prendere coscienza dell’ineguaglianza nel mondo, condizione che ha raggiunto i massimi storici e che è in aumento, le classi medie si stanno trasformando in precariato dando adito ad una sempre maggiore incertezza nel futuro.
  3. Questa distanza crescente tra gli esseri umani è la prova del fallimento del sistema scolastico che non è in grado di fornire strumenti per dialogare con le altre realtà.

La proposta è dunque

1)la promozione della cultura del dialogo per ricostruire il tessuto della società

2)l’equa distribuzione dei frutti della terra

3) l’insegnamento della cultura del dialogo ai giovani, così da fornire strumenti per risolvere i conflitti in modo diverso da come siamo abituati.

Bauman chiude la sua riflessione con un detto della saggezza cinese:

“Se pensi all’anno prossimo, semina granturco. Se pensi a prossimi 10 anni, pianta un albero. Se pensi ai prossimi 100 anni istruisci le persone.”

 

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