Izzeddin Elzir intervistato da Corriere della Sera

Imam di Firenze e Presidente UCOII, Izzeddin Elzir esprime in modo diretto i suoi obiettivi all’interno della Comunità Islamica italiana e fiorentina: portare i musulmani dentro i confini della democrazia liberale. In che modo? Rispettando la Costituzione italiana ed escludendo sovrapposizione tra religione e politica.

Una bella intervista quella di Buccini sul Corriere della Sera che offre finalmente la possibilità di esprimere il nostro pensiero che troppe volte vediamo frainteso dai media.

Il terrorismo è il tema centrale e Izzeddin mette in parallelo il brigatismo italiano degli anni ’70 e il terrorismo islamico. Così come Rossana Rossanda diede vita a una svolta decisiva parlando di “album di Famiglia” e cioè ammettendo che le fazioni terroriste fossero in qualche modo interne alla sinistra dell’epoca, dando vita a una serie di coraggiose denunce da parte degli operai. Così Izzeddin fa altrettanto dichiarando che il terrorismo jihadista sta nell’ ”album di famiglia” dei musulmani, chiarendo:

«Purtroppo ci sono persone che danno un’interpretazione errata della nostra fede. Per motivi puramente religiosi. O per interesse. O per potere. Ma, sì, sono fedeli…Sono musulmani a tutti gli effetti, diciamolo chiaramente. Ma i loro atti criminali no, non lo sono».

Prosegue dunque invitando a denunciare così come fecero gli operai negli anni di piombo:

«È un obbligo religioso farlo. Già molti anni fa scrivemmo un documento: i musulmani d’Italia contro il terrorismo. Si vietava di fornire a questa gente supporto materiale o anche logistico, verbale o morale. Come vede, è quasi copiato dai documenti della sinistra contro Brigate Rosse e affini. Noi abbiamo studiato queste cose: come gli italiani hanno combattuto nel passato il terrorismo, rosso nel caso specifico…» (per saperne di più clicca su “Musulmani contro il Terrorismo”)

Riguardo alle accuse di estremismo e di legame con i Fratelli Musulmani Izzeddin spiega che è un’immagine basata in parte su errori del passato, ma anche da una realtà che non è disposta a comprendere. Infatti la sua percezione dei Fratelli Musulmani è di un movimento che pur avendo rinnovato il pensiero islamico ha compiuto gravi errori in senso politico.

Le azioni concrete che UCOII sta portando avanti da anni vengono poi esposte in punti base:

  • Collaborare alle ricerche che vengono svolte in questa direzione, come quella svolta da Michele Groppi.
  • La firma del patto di Cittadinanza con il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, che si sviluppa in tre punti: l’uso dell’italiano nei sermoni, le moschee aperte anche ai non musulmani, i nostri giovani come ponte tra la comunità e l’amministrazione locale. Un esempio da esportare e che già a Torino è stato replicato.
  • Sta partendo un progetto pilota col Dap, l’amministrazione penitenziaria: tredici imam, nominati da noi e approvati dal ministero dell’Interno, andranno in otto carceri italiane.
  • Alla fine il passaggio forse più delicato: il Corano e la possibilità di una riforma della sua lettura:«Al compito della comunità islamica italiana è proprio aprire questa strada. Non posso chiederlo a chi vive sotto la repressione o la dittatura. Ma noi – dice l’imam – possiamo farlo. Perché qui, grazie a Dio, viviamo in una condizione di libertà e di democrazia».

Vi segnaliamo il link dell’intervista integrale sul Corriere della Sera.