“Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo a Gerusalemme. L’occupazione israeliana della Moschea Al-Aqsa ha comportato un fatto gravissimo per la comunità islamica: per la prima volta la Moschea è stata chiusa. I fedeli oggi non sanno più dove pregare, dove poter praticare il proprio culto. Puniti dunque per colpe non loro. Sono state vietate e impedite le preghiere rituali (la preghiera del Venerdì in particolare) così come è stato maltrattato, offeso e messo in stato di fermo l’Imam della stessa Moschea.
È un comportamento gravissimo che va condannato con fermezza. Atti come questi che ostacolano il diritto di culto sono precedenti pericolosissimi, specie in territori complicati come quelli di cui stiamo parlando. Senza libertà si rischia di gettare benzina sul fuoco. Questa Moschea per noi fedeli ha un grande valore, è la prima Qibla (la direzione verso cui pregano i musulmani) ed è uno dei tre luoghi più sacri dell’Islam.
Consideriamo questo uno sviluppo senza precedenti, un grande oltraggio alla santità del luogo così come una lesione ai diritti dell’uomo rappresentati nel diritto di culto.
Non possiamo che chiedere con forza che tutte le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, gli enti e le associazioni religiose, i governi arabi e musulmani in particolare ed i governi di tutti i Paesi del mondo e tutti gli uomini liberi di buona volontà di intervenire per la protezione della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme tramite la denuncia e la condanna di questi gravi atti di ingiustizia, appoggiando i diritti dei cittadini di Gerusalemme.
Invitiamo tutti a partecipare al sit-in organizzati a Milano e Roma, Sabato 22/07/2017”.
FIRENZE, 15 luglio 2017