L’islamofobia e il razzismo purtroppo dilagano in questi tempi di campagna elettorale e oggi per l’ennesima volta un atto di discriminazione si è consumato. L’avvocatessa praticante Asmae Belkafir quest’oggi è stata costretta a scegliere tra lo svolgere la sua professione e seguire il suo Credo. Il giudice dell’udienza del TAR a cui stava partecipando le ha chiesto di togliersi il velo altrimenti avrebbe dovuto lasciare l’aula, nonostante il suo volto fosse completamente scoperto, motivando la richiesta con questioni “culturali”. Questo atto discriminatorio va condannato. Non abbiamo dubbi che questo giudice non rappresenta i giudici italiani.
Perciò ci appelliamo al nostro Presidente della Repubblica, anche in qualità di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al nostro Ministro della Giustizia, a tutti i giudici e magistrati e alle associazioni femministe, a tutte le donne e gli uomini liberi, per condannare questi gesti.
Esprimiamo la nostra solidarietà ad Asmae Belkafir, con l’augurio di tornare presto nelle aule della giustizia a svolgere il suo lavoro come praticante, orgogliosa della sua libertà e del suo Credo.
Roma, 17 gennaio 2018