Un abominio senza fine a Islamabad

Nessuna strategia militare e politica potrà mai giustificare o anche solo spiegare l’abisso disumano che si è manifestato in Pakistan con la strage dei bambini a Islamabad.

Qualunque sia la precedente strage che si voglia vendicare il risultato non è che una maggior strage che ne implementerà altre in una orrida tragica spirale di morte e distruzione.

Non serve, ma aiuta a capire, citare i dati delle perdite subite dal popolo afghano che dal 1979 a oggi ha subito uno spaventoso olocausto (forse due milioni e mezzo di caduti, senza contare i feriti e i mutilati) non serve, perché qualunque possa essere l’esito di queste ripetute guerre e stragi, è l’umanità stessa di quel popolo che sarà stata colpita così duramente da subire un vulnus che impiegherà molti decenni a rimarginarsi, se mai si rimarginerà.

E non serve neppure ricordare le regole islamiche che riguardano i conflitti che escludono i non belligeranti, le donne, gli anziani e soprattutto i bambini da poter essere oggetto di attacco, niente d’islamico ravvisiamo in quanto sta accadendo.

Nulla di quanto viene oggi perpetrato dal Daesh (ISIS), dai suoi emuli nel mondo, siano essi strutturati o schegge impazzite come avvenuto in Australia, o da chiunque alzi una bandiera islamica sui suoi orrori, potrà mai conseguire un fine accettabile per chi guarda all’Islam come una speranza di giustizia e pace per l’umanità intera.

A nome della direzione U.CO.I.I., e convinti di testimoniare il sentimento grandemente diffuso nella nostra comunità, esprimiamo le nostre sincere condoglianze a tutte le vittime innocenti.

LA DIREZIONE UCOII

Roma 16 dicembre 2014